Materiali Metallici

M. Cavallini, V. Di Cocco, F. Iacoviello

Essa infatti, anche nel caso di ambienti non eccessivamente aggressivi, può diventare un punto di innesco per qualche forma di corrosione localizzata e, quindi, contribuire a diminuire la resistenza globale del manufatto posto in opera. In molti casi è importante poter analizzare il manufatto posto in opera, valutando ad esempio l’eventuale presenza e dimensione di difetti in corrispondenza di punti del manufatto ritenuti più “sensibili” (ad esempio giunti saldati), l’eventuale modifica microstrutturale a seguito di sollecitazioni termiche più o meno controllate (saldature, impieghi a temperature superiori alla temperatura ambiente), l’evoluzione delle proprietà meccaniche e fisiche della lega che costituisce il manufatto a seguito di fenomeni di invecchiamento, ingrossamento del grano, precipitazione di carburi o quant’altro ancora. I Controlli Non Distruttivi (CND) consentono di individuare la presenza di difetti nel manufatto, permettendo una valutazione della accettabilità del manufatto, della sua effettiva vita residua e di una sua eventuale riparazione. Numerose sono le metodologie utilizzate, ed ognuna di esse è caratterizzata da differenti costi, specifiche tecniche, limiti applicativi, pericolosità di esecuzione. Ad esempio, alcune tecniche potranno essere utilizzate per identificare l’eventuale presenza di difetti superficiali affioranti, altre per difetti superficiali o subsuperficiali, altre ancora per difetti presenti in profondità nel pezzo. Qui di seguito verranno esposti alcuni fra i metodi più comunemente utilizzati:

316

Made with FlippingBook Ebook Creator