Materiali Metallici

M. Cavallini, V. Di Cocco, F. Iacoviello

che indicano rispettivamente l’inizio e la fine delle trasformazioni della austenite metastabile in martensite. Al di sopra di M s si ha solo austenite metastabile mentre al di sotto di M f cessa la trasformazione dell’austenite in martensite. Fra le due temperature si ha compresenza di austenite metastabile in via di trasformazione e martensite; finché la temperatura non viene abbassata, la trasformazione dell’austenite residua non procede. Nel caso in cui il tenore degli elementi di lega è tale che M f scenda al di sotto della temperatura ambiente, per raffreddamenti effettuati con velocità sufficientemente elevate, si può osservare alla temperatura ambiente una quantità variabile di austenite residua che può influenzare le proprietà meccaniche (con una diminuzione di R m , R e , durezza), la resistenza alla fatica (con una diminuzione anche importante del limite di fatica), la stabilità dimensionale. Viene individuata eventualmente anche la temperatura M x , alla quale x% dell’austenite si è trasformata in martensite. La composizione chimica dell’austenite è un fattore essenziale nel comportamento di un acciaio dopo austenitizzazione. Gli elementi in soluzione solida nell’austenite, con l’eccezione del Co, aumentano i tempi di incubazione e spostano i domini perlitici e bainitici verso destra: tale proprietà è essenziale e giustifica l’impiego di acciai legati nei trattamenti termici. Gli elementi fortemente gammageni (Ni, Mn), diminuendo Ar 1 ed Ar 3 , hanno la tendenza a fare sovrapporre i due domini, mentre il Si tende a farli separare, grazie al suo carattere alfageno.

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