Materiali Metallici

M. Cavallini, V. Di Cocco, F. Iacoviello

L’esame visivo della zona di frattura permette di valutare la presenza di deformazioni plastiche che fanno pensare ad un cedimento legato a sovrasollecitazioni e ad elevate temperature di esercizio. Se le deformazioni plastiche sono modeste ed i lembi della frattura si possono quasi far combaciare, si può pensare ad un comportamento fragile. E’ necessario conoscere il comportamento del materiale, se è cioè tendenzialmente fragile o se la fragilità è indotta localmente da una serie di concause quali, ad esempio: • Errori di disegno del pezzo, per la presenza di intagli o raccordi a spigolo vivo, eventualmente esaltati da errori per lavorazioni meccaniche, saldature, trattamenti termici, finiture superficiali... • Bassa temperatura di esercizio; in cui “basso” ed “alto” sono definibili, ad esempio, attraverso la misura della temperatura di transizione. • Difettosità del materiale, per presenza nella zona di frattura di difetti di fabbricazione, come inclusioni, soffiature, cavità … • Presenza di una cricca indotta da fenomeni di fatica esaltati eventualmente da un ambiente anche moderatamente aggressivo. La presenza di una cricca di fatica lascia sulla superficie di frattura tracce ben leggibili prodotte dal fronte di avanzamento della cricca stessa. • Presenza di sovrasollecitazioni impulsive dovute ad urti, transitori di avviamento e spegnimento. Lo studio della superficie di frattura, tanto a basso ingrandimento ad occhio nudo o con l’aiuto di una lente,

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