Materiali Metallici 2024

M. Cavallini, V. Di Cocco, F. Iacoviello

o più elementi non necessariamente metallici, il/i soluti. La composizione chimica è definita normalmente come percentuale in peso o in massa, espressa in %; se si tratta di presenze molto basse, in parti per milione (p.p.m.), sempre riferite al peso. Qualora si voglia indicare la percentuale in numero di atomi si farà espresso riferimento al simbolo %at. Se gli elementi che costituiscono la lega sono perfettamente solubili avremo la presenza di un’unica fase omogenea. Più probabilmente il materiale reale sarà polifasico, costituito da fasi diverse per composizione chimica e struttura: ad esempio coesistenza di cristalli di Fe  e Fe  o Fe  e composti interstiziali come Fe 3 C con inclusioni non metalliche di SiO 2 o MnS. I cristalli non sono mai perfetti. Ci sono sempre degli "errori" negli impilamenti che possono essere descritti come difetti puntuali, lineari e planari. Difetti puntuali. Questi difetti esistono al livello di dimensioni atomiche e sono la conseguenza di (figura III.5): ▪ un sito del reticolo non occupato dall’atomo previsto (vacanza A); le lacune, che sono alla base del processo di diffusione, sono sempre presenti nel reticolo; la loro concentrazione all'equilibrio aumenta esponenzialmente con la temperatura; ▪ un atomo della matrice in posizione interstiziale (auto-interstiziale B), cioè là dove è previsto uno spazio vuoto; la presenza di un atomo modifica localmente il

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