Materiali Metallici
M. Cavallini, V. Di Cocco, F. Iacoviello
Controllo mediante correnti indotte: Questo tipo di controllo non distruttivo permette, mediante un’opportuna calibrazione effettuata su campioni tarati, di poter associare la variazione delle proprietà magnetiche del pezzo in esame con alcune proprietà meccaniche (ad esempio la durezza), composizione chimica o presenza di alcuni tipi di difetti. Il pezzo in esame viene immerso in un campo magnetico variabile. La corrente indotta nell’interno del pezzo genera a sua volta un campo magnetico che, captato e comparato con i risultati della calibrazione effettuata con i provini tarati permette di ottenere i risultati relativi alla grandezza in esame. Dalla procedura così sommariamente esposta si evidenzia la necessità di procedere con estrema attenzione alla calibrazione del processo, che risulta decisamente onerosa. Controlli magnetoscopici: questo tipo di controlli può essere effettuato solo su leghe ferromagnetiche e permette di evidenziare difetti superficiali e subsuperficiali, affioranti e non.
Consiste nell’indurre nel pezzo un campo magnetico e nell’evidenziarlo mediante polvere magnetica a secco oppure in sospensione. La presenza di cricche
superficiali o subsuperficiali (fino ad una profondità massima di 10 mm) e la loro natura sicuramente non magnetica (in quanto “vuote” oppure contenenti materiali non magnetico quali ossidi, solfuri…) implica un disturbo nelle linee di forza, con una loro conseguente deviazione. Nel caso in cui la discontinuità non sia parallela alle linee di forza, la polvere magnetica
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