Materiali Metallici
M. Cavallini, V. Di Cocco, F. Iacoviello
Se la deformazione avviene al di sopra della temperatura di ricristallizzazione, in un tempo più o meno breve i grani si riformano, crescono e le distorsioni presenti vengono cancellate. Della laminazione a caldo rimane traccia nella deformazione delle inclusioni non metalliche, allungate nella direzione di laminazione, che nessun trattamento termico riuscirà a cancellare; delle lavorazioni a freddo rimane traccia nell’orientazione preferenziale dei grani, profondamente deformati nella direzione del "lungo" e del "traverso" in una microstruttura detta pan-cake . Entrambe questi effetti portano ad un’anisotropia del materiale che può essere non tollerabile, con comportamenti meccanici e tecnologici sul "corto" inferiori a quelli sul "lungo" sia in termini di duttilità che di tenacità. Nella figura VIII.7 sono evidenziate le tre direzioni caratteristiche di un laminato e la nomenclatura di alcuni provini CT che si possono ricavare; la prima lettera indica la direzione perpendicolare al piano della cricca e corrisponde alla direzione di applicazione del carico, la seconda indica la direzione di propagazione della cricca stessa. L indica il “lungo”, cioè la direzione di laminazione, T indica il “traverso” e S il “corto” cioè lo spessore. Le sollecitazioni lungo lo spessore mettono in luce la minore resistenza e la maggior facilità di propagazione della frattura lungo i piani paralleli a quello di laminazione: i provini del tipo ST e SL daranno comportamenti più fragili rispetto ai provini TL e LT ricavati dallo stesso materiale. La differenza diminuisce
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