Materiali Metallici

M. Cavallini, V. Di Cocco, F. Iacoviello

Un’applicazione di questi risultati è l’impiego del Ni per usi criogenici: il nickel è l’unico elemento che aumenta la duttilità ed, allo stesso tempo, sposta la zona duttile verso le basse temperature. La presenza di taluni elementi in soluzione solida permette di controllare la formazione di precipitati fragilizzanti, grazie all’azione che essi hanno sulla solubilità del carbonio e dell’azoto. Per gli acciai ferrito-perlitici debolmente legati la presenza di elementi di lega nella cementite non ha una grande importanza. Più interessante è l’azione sulla distanza interlamellare: il rallentamento della diffusione e l’abbassamento del punto A 1 (Ni e Mn) comportano un affinamento della microstruttura perlitica e, quindi, un miglioramento di R e . Il miglioramento delle proprietà meccaniche può essere ottenuto mediante aggiunta di elementi favorevoli come il Ni, il Mn ed il C, ma, problemi legati alla saldabilità limitano spesso i tenori utilizzabili. Si può ugualmente aumentare R e mediante dispersione di una seconda fase nella massa ferritica, controllando la distribuzione e la morfologia dei precipitati. Gli elementi più utilizzati sono Nb, Ti, V. Ad un aumento di R e corrisponde una diminuzione della resilienza, ma, dato che effetto indurente è notevole, si può diminuire il tenore in C, migliorando la resilienza. Si ottengono così gli acciai a dispersoidi microlegati. Per considerare l’influenza degli altri elementi di lega, sono disponibili delle relazioni empiriche del tipo: R m (MPa) = 265 + (480 + 1,95 %Mn)(%C) + 20,6 %Mn + (0,17+0,008 %C)(%Mn) + 700 %P + 235 %Si + k

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