Materiali Metallici 2024
M. Cavallini, V. Di Cocco, F. Iacoviello
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L’abbassamento della temperatura.
• L’aumento della velocità di deformazione. • L’aumento delle dimensioni del pezzo.
Uno dei metodi più classici per caratterizzare la fragilizzazione di un metallo sotto l’azione di una sollecitazione dinamica è la prova di resilienza effettuata su provino intagliato. La prova fornisce dei dati convenzionali di fragilità o tenacità, utili come
paragone ma non come valore assoluto. La prova misura l’energia assorbita per rompere un provino intagliato di forma standardizzata con l’urto di una massa battente; il materiale è tanto più fragile quanto è più bassa l’energia che il provino
assorbe. Il provino viene colpito al centro, dopo essere stato opportunamente posizionato su due appoggi. Dal risultato della prova si ottiene l’energia W assorbita durante il colpo della massa battente. La resilienza è pari all’energia assorbita ed è espressa in J . Effettuando più prove a diverse temperature si individua in genere una temperatura di transizione duttile-fragile (TT) al di sotto della quale il comportamento è fragile. I risultati sperimentali di più prove effettuate alla stessa temperatura non sono univoci, ma dispersi in un campo più o meno ampio, come succede quasi sempre quando si ha a che fare con materiali reali (figura VI.14). La macchina di prova (pendolo di Charpy) è costituita da un martello oscillante in un piano verticale, sul quale è montato un coltello. Una parte dell’energia cinetica
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